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Ricordo chiaramente i momenti della mia infanzia in cui, davanti a situazioni pesanti, opprimenti, schiaccianti, ero costretto a sconnettermi completamente e a chiudermi dentro una sorta di bolla.
Era l’unico modo per resistere: restare immobile mentre tutto continuava a piovermi addosso. Non so descrivere fino in fondo quella sensazione, ma la ricordo nitida: una sospensione che mi teneva al riparo, un distacco necessario, indotto.
Questa collezione nasce esattamente da quella condizione. Tutto converge verso quello stato che non ho mai definito del tutto ma che mi accompagna da sempre. Ho scoperto che non è solo mio, l’ho riconosciuto in altri
Il nome, apatia, nasce in uno di quei momenti in cui stavo immobile, cercando di distaccarmi. La stessa persona che aveva causato quella condizione ha messo parola su ciò che provavo, definendo quel silenzio e quel distacco.
Non conosco tecnicamente cosa sia, ma so che accadeva e tuttora accade, anche se in maniera diversa. Oggi non mi ritrovo più a subirlo come quando ero bambino, ma quella sensazione non se n’è mai andata davvero.
Le scelte progettuali parlano di questo: il rivetto rovesciato, gli sfondi lasciati così come sono, l’assenza di colore. Ogni dettaglio restituisce quella sospensione, quel distacco che non è indifferenza né rassegnazione, ma un modo per tenere insieme il caos.
Chi guarda può forse percepire la stessa cosa: il distacco, la sospensione, il momento in cui tutto rallenta e ti senti insieme solo e compreso. Questa collezione parla di quello che non si vede ma si sente.
Questa collezione, non so esattamente quando sia nata. Scrivo che siamo al 28 di settembre, poco dopo il secondo anniversario del progetto che ho persino dimenticato di festeggiare. La collezione era pronta a luglio scorso. Dopo averla scattata, ho provato un forte rifiuto per tutte le collezioni passate, questa compresa. Mi sono reso conto, come sempre, che verso la fine mollavo il colpo e lasciavo indietro parti essenziali: la finitura dei capi, le foto, i video.
Per me segna un punto di svolta, anche se non palese: ho finalmente capito che serve attenzione non solo a ciò che sta dietro al progetto, ma anche a quello che lo rende fruibile. Così che il messaggio sia comprensibile senza dover ricorrere a lunghe didascalie, che comunque continuerò a scrivere per quei pochi che le leggono davvero.